Il luogo domestico non è sempre il più sicuro. Al contrario, nasconde pericoli visibili e invisibili. Il ruolo della domotica e della tecnologia.
Casa dolce casa. E’ quello che pensiamo riguardo la nostra dimora. Umile o lussuosa che sia infatti è il luogo dove ci sentiamo più riparati, protetti e al sicuro da tutto. Ma è davvero così?
In realtà, no. Anzi, l’ambiente domestico è considerato fra i luoghi più pericolosi per la nostra incolumità. Cucina, camera da letto, soggiorno, scale e giardino nascondono molte più insidie di quanto si possa immaginare. Persino l’aria che respiriamo all’interno delle nostre abitazioni può essere più nociva di quella respirata all’esterno. D’altronde i dati Istat degli ultimi anni parlano chiaro: circa 3,5 milioni di persone ogni anno in Italia sono vittime di incidenti domestici.
Le donne, soprattutto le casalinghe, purtroppo si attestano al primo posto di questa triste classifica. Ben 600.000 infatti sono rimaste coinvolte nell’ultimo periodo in diversi incidenti domestici. Anche una parte di quelle che hanno un impiego fuori casa risultano coinvolte, almeno una volta nella vita, in un incidente domestico. Cadute, lesioni più meno gravi e pericolose sviste non risparmiano neanche gli uomini. E come nel caso delle donne, la fetta più grande riguarda i non occupati.
Ma torniamo sui "luoghi incriminati" all’interno di un’abitazione. Come detto la cucina è il posto dove il rischio di infortuni è più alto. Non a caso è il posto dove avviene il 36% degli incidenti. A seguire troviamo la camera da letto (10%), il soggiorno (9%) e a pari merito le scale e il bagno (8%) luoghi che ben si prestano a rovinose cadute. Ovviamente l’entità degli incidenti domestici dipende proprio dal luogo in cui avviene. Fra le tipologie più diffuse di lesioni troviamo la frattura (il 36% degli infortunati); seguono le ustioni a causa di pentole rovesciate con acqua e olio bollente, ferro da stiro, e fornelli. La percentuale delle ustioni si attesta però al 18,5%. Non mancano certo le ferite da taglio provocate da coltelli o altri oggetti contundenti (15%). Una percentuale bassa rispetto alle precedenti ma che attesta almeno 90.000 incidenti l’anno. Al (13%) troviamo invece urti e schiacciamenti.
Incidenti casalinghi che non di rado possono portare addirittura alla morte. In questa casistica rientrano le persone anziane, ultrasessantacinquenni.
Ma nel futuro le nostre case potranno trasformarsi da luoghi dove si insinua il pericolo a oasi di sicurezza personale? E se, sì in che modo? Secondo il parere degli esperti e gli ultimi sondaggi, a "salvarci" sarà la domotica abitativa, ovvero tutti quei dispositivi mobili con cui si possono gestire a distanza i propri impianti abitativi. Riscaldamento, illuminazione, sorveglianza e molto altro ancora sono infatti le funzioni con cui è possibile comandare da remoto, utilizzando semplicemente il wireless. In futuro prossimo è quindi facile immaginare come speciali dispositivi saranno ideati e focalizzati magari per un primo intervento di soccorso.
In che senso? Mettiamo il caso che una persona anziana cada dalle scale e/o scivoli in terra. In quel caso specifici sensori all’interno della casa, potrebbero rilevare i parametri vitali della vittima in deficit (in questo caso il proprietario o l’ospite). A quel punto, dopo un calcolato periodo di tempo, scatterà in automatico una chiamata pre-registrata di pronto intervento. Stessa cosa per una fuga di gas magari ancora non avvertita dall’inquilino che magari sta ancora dormendo. Un impianto domotico all’interno della propria abitazione infatti permette di mettersi al sicuro non solo da pericoli esterni (come i ladri ad esempio) ma anche dai pericoli interni alla nostra casa. I vari vocal assistent saranno sempre di più in "prima linea" diventando i canali principali di interazione tra casa e utente.
Niente di così futuristico se pensiamo che, solo nell’ultimo decennio, il progresso tecnologico ha decisamente agevolato le nostre esistenze, portando di fatto ad un miglioramento qualitativo della vita di tutti. La casa del futuro quindi sarà una "intelligente" e grazie a questo più sicura. L’approccio tecnologico è infatti cambiato è si è passati dal product-first (peculiarità dell’oggetto in sé) al solution-first che al contrario si basa sui bisogni dell’utente. Uno di questi sarà sicuramente la salvaguardia delle persone focalizzata, sempre di più, a rendere le nostre abitazioni più sicure. Certo, pericoli quotidiani permettendo.
D’altro canto persino la cinematografia riporta esempi di "case intelligenti". Pensiamo a Jarvis, l’intelligenza artificiale che gestisce non solo la casa di Tony Stark ma anche la tuta di Iron Man, il famoso eroe dei fumetti Marvel, salvandogli più di una volta la vita.
In un altro film, I Tredici Spettri del regista Steve Beck, invece la casa da posto sicuro diventa nuovamente luogo dell’orrore. Tutte le automatizzazioni infatti anziché salvaguardare e proteggere i suoi abitanti, li uccidono. A peggiorare la situazione nel film ci sono persino dei fantasmi che, alleati delle macchine restano in agguato, aspettando il momento migliore per farli fuori.
Non mancano riferimenti anche in letteratura. Già nel 1950 Ray Bradbury, nel racconto Verranno le dolci piogge presente nella raccolta delle Cronache marziane, ambientava la sua storia, in visione futuristica, all’interno di una casa automatica. Addirittura nel racconto l’autore aveva "eletto" magistralmente a personaggio principale proprio l’abitazione, resa più confortevole e sicura proprio grazie alle molteplici funzionalità. Bradbury però sottolineava anche un altro fattore, di come pian piano gli abitanti scomparivano lasciando come segno della loro precedente presenza solo le ombre impresse sulle pareti.