Il metaverso è ciclicamente banco di prova di nuove forme di socialità, mentre Cyberpunk 2077 e Horizon VR bussano alla porta.
Il titolo più atteso di questo pandemico 2020 non poteva che essere Cyberpunk 2077, un videogioco di ruolo sul genere avventura che sta facendo discutere di sé per la possibilità di giocare con un avatar personalizzato e una grafica realistica e innovativa. L'ambientazione, come suggerisce il titolo, è quella di un futuro distopico in cui, citando Wikipedia, "il mondo ha raggiunto la singolarità tecnologica, la popolazione è divisa in classi sociali e gli Stati Uniti d'America sono caduti vittima della bancarotta" e ancora "le Mega-Corporations hanno quindi preso il controllo del paese, costituendo enclavi in cui è permesso vivere soltanto ai loro dipendenti."
Una sorta di esperimento sociale proiettato avanti di mezzo secolo, la proiezione di quelle che potrebbero essere le ripercussioni delle evoluzioni che stiamo vivendo in questi giorni. L'aspetto che colpisce di più è proprio questo, quello dell'esperimento sociale, una sorta di trial per preparare le persone a quello che sarà. La spettacolare azione richiesta è quella di convivere con l'ambiente e affrontare, non superare, le prove che esso pone, esattamente quello che facciamo quotidianamente.
Tanto è originale questo presupposto che si è scatenata la corsa dai parte dei brand per calare all'interno del gioco i loro prodotti.
Il caso più eclatante è quello di Porsche che ha annunciato in pompa magna anche la sua di presenza, con un modello vintage che si adatta perfettamente alle ambientazioni. Anche questo aspetto non è banale, le marche attraverso i loro prodotti vogliono ribadire la loro vicinanza nella quotidianità delle persone, anche e soprattutto negli scenari futuri. Ti sono accanto oggi e ci sarò anche domani, ma soprattutto ti sarò accanto ovunque andrai, anche in un metaverso.
Tanto questo fenomeno è attuale che lo stesso Facebook sta per lanciare il suo Horizon VR, proprio sulla base di questa promessa: qui gli utenti possono disegnare e modificare il loro mondo, rendendo di fatto l'esperienza sempre nuova. Il senso di scoperta è continuo e l'ambiente offre nuovi stimoli sulla base degli interessi dell'utente. Tutto può essere sognato disegnato e creato, offrendo la possibilità di personalizzare il proprio mondo contribuendo a crearne uno nuovo, basato sulla singola visione di ognuno.
Un mondo "egoaltruistico" basato sulla comunità (un po' come quello che John Lennon auspicava in Imagine): respect for all, lo dicono a chiare lettere nella pagina di iscrizione alla community.
Questa prospettiva non è detto che sia alienante, è solo diversa e, come detto, addirittura potrebbe essere migliore per certi aspetti. L'utopia inseguita da alcuni uomini si materializza in uno scenario contemporaneo pronto ad accogliere chiunque ne condivida lo spirito e quel senso di frontiera che muove i pionieri.
Semmai, il rischio che corriamo è che il mondo reale diventi un mondo dormitorio, come alcuni quartieri di oggi. Più cyberpunk di qualunque visione che autori e sceneggiatori ci abbiano dato finora.